DEFINIRE “TERF” UN’ALTRA PERSONA NON E’ SOLO OFFENSIVO, E’ ANCHE INCITAZIONE ALL’ODIO
Il termine “TERF” non viene utilizzato solo per infangare, offendere e deridere un’altra persona, ma anche per incitare all’odio e alla violenza.
Pubblicato il 21 Settembre 2017
Di Meghan Murphy
Link originale: http://www.feministcurrent.com/2017/09/21/terf-isnt-slur-hate-speech/
Traduzione di Tilo Pez

La scorsa settimana, una donna di 60 anni è stata picchiata a Speaker’s Corner da alcuni uomini. Lei stava con un gruppo di donne, che avevano scelto quell’angolo storico di Hyde Park come luogo d’incontro, prima di partecipare a la conferenza intitolata “What is Gender.”.
Gli uomini che hanno picchiato Maria MacLachlan, invece erano lì per protestare contro le donne che si interessano alle tematiche femministe e per confrontarsi sui nuovi argomenti e su come poteva influenzare la futura legislazione sull’identità di genere e il movimento delle donne, ma sopratutto l’influenza sui diritti delle donne.
Tuttavia, gli uomini violenti non hanno incanalato la loro rabbia e l’accesa retorica verso questi argomenti in un confronto civile. Hanno subito etichettato le donne di “TERF” ( femministe radicali trans escludenti) – una parola che viene intessa per riferirsi a: ” una specie di strega moderna: utilizzandola sopratutto per mettere a tacere, minacciare, molestare, picchiare e – quando possibile anche – uccidere le donne“.
L’idea è che le femministe che contestano il loro concetto di “identità di genere” dovrebbero essere sconfitte o uccise è stata facilmente accettata dai socialisti e comunisti americani. Non stiamo parlando soltanto dei commenti su Twitter, ma degli uomini appartenenti a grandi piattaforme politiche che pubblicamente sono associati ad ANTIFA e gruppi come i Democratic Socialists of America (DSA) e che hanno amplificato il messaggio “punch TERFs” e “TERFs get the ghillotine” con orgoglio e concedendo il loro sostegno di compagni. In riferimento a “The Handmaid’s Tale”, molti hanno iniziato a sostenere che: “Le TERF vanno appesi al muro”.
Il paragone è un’ammissione sorprendente oltre a spaventosamente autentica in riferimento all’intenzione di questi uomini. “The wall” in “The Handmaid’s Tale”, è dove vengono appesi i corpi degli assassinati, spesso con cartelli attorno al collo con la scritta “Tradimento di genere”. I cadaveri servono come avvertimento per gli altri che non devono: ribellarsi; contrattaccare; e rifiutare l’ordine patriarcale della società. Questo è esattamente ciò che questi uomini fanno quando usano il termine “TERF” in pratica stanno dicendo alle donne: si non rispettate le nostre regole, sarete punite.
Numerosi trans attivisti non solo non hanno condannato la aggressione in Speaker’s Corner, ma numerosi trans attivisti si sono uniti a uomini che si auto-identificavano di sinistra per festeggiare, incoraggiare e addirittura raccomandare.
Si bene alcuni affermano che la parola “TERF” è neutra, il suo utilizzo sta dimostrando tutto il contrario. Non è una parola che le donne hanno rivendicato per sé – come “slut”, “fica” o “cagna”, “TERF” è una parola imposta alle donne per metterle a tacere in maniera prepotente, condannarle, umiliarle e respingerle. Ancora di più perchè questo termine: funziona come una minaccia. Si penso ai tempi della mia vita, quando sono stata chiamata con quelle parole – fica, troia…ecc – da un uomo, quasi sempre ho avvertito in esse il carattere minaccioso. La rabbia che spunta da quelle parole – è nella pratica il desiderio di seguirle con un pugno – che spesso è presente. Ho sempre saputo che queste parole sono usate contro di noi donne come un richiamo esplicito per ricordarti che: sei una subordinata. Non importa quanto tu puoi essere tenace, sicura di te, forte o coraggiosa, sei una donna e con questa parola ti collocano subito nel posto sociale che ti appartiene.
Il termine “TERF” è di per sé una manipolazione intenzionale, intesa a ridefinire gli ideali e l’attivismo femminista come “escludente”, anziché per ciò che realmente sono: ” i pilastri del movimento per la liberazione delle donne”. In altre parole, si tratta dell’attacco a una organizzazione politica incentrata sulle donne e alle teorie di base che comprende l’analisi e la critica femminista al patriarcato.
Ad esempio, quelle di noi che sono state chiamate “TERF” sono etichettati come tali per le numerose infrazioni , e tra queste per il fatto di avere : Compresso che le donne sono i membri di una classe oppresse di persone per sesso e casta, come hanno sostenuto le femministe Kate Millett e Sheila Jeffreys
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Sfidare la nozione di genere innata o interna
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Fare o sostener dibattiti sull’ “identità di genere”
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Mettere in discussione se i bambini debbano iniziare o non il processo di transizione.
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Associare o difendere donne che sono state etichettate come “TERF”
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Capire che la radice dell’oppressione delle donne, è nella supremazia maschile e nel sesso biologico
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Capire che il genere è imposto ed è opprimente / esiste per creare una gerarchia tra uomini e donne.
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Mettere in discussione dogmi e mantra come quello che le “transwomen sono donne”
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Sostenere e rivendicare degli spazi esclusivamente per donne
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Contestare l’ideologia che sostiene che “maschio” e “femmina” non corrispondo a una realtà materiale.
Tutti questi atti non solo non costituiscono reato, ma conformano la radice stessa del femminismo. In altre parole, per comprendere come funziona il patriarcato, devi capire in primo luogo chi è l’individuo appartenente alla classe dominante e chi appartiene alla classe subordinata. Bisogna accettare che la violenza maschile contro le donne è sistemica. Si deve capire che le donne non sono intrinsecamente “femminine” e che gli uomini non sono intrinsecamente “maschili”. Devi mostrarti disponibile ad sostenere dibattiti critichi e porre domande che sfidano lo status quo, sull’ideologia dominante e sul discorso politico. E’ necessario comprendere che il patriarcato come sistema è stato creato per controllare la capacità riproduttiva delle donne e che, di conseguenza, la biologia delle donne è molto importante e sopratutto centrale per il loro status del “meno di…”. E’ necessario capire che il femminismo è un movimento centrato sulla donna; e che esse hanno diritto a incontrarsi e organizzarsi tra di loro, senza l’intervento degli oppressori ( gli uomini) e di essere le difensore di se stesse e le artefici della propria liberazione.
Ciò significa che quando le persone affermano che “TERF” è un termine “femminista”. Che sarebbe come dire “ donna altezzosa”. Allora cosa intendono quando dicono “escludenti”? non è, come spesso sostengono, la “esclusione delle persone trans-identificate”, ma l’esclusione dei maschi”. Il genere non conforme è accolto nel femminismo; perchè il femminismo sostanzialmente è non conforme alle norme di genere del patriarcato. Si erano interessate alla conformazione, ci sarebbe piaciuto dire, come spesso viene suggerito alle donne di fare, nella pratica: “siediti e stai zitta”.
Qualificare di “TERF” è sempre stato offensivo, ciò che diventa chiaro è che non si tratta più solo di questo: ma si converte in un discorso di odio.
Deborah Cameron, femminista e professoressa di lingua e comunicazione a Oxford, spiega che ci sono domande chiave che dovremo porci per determinare si un termine costituisce una offesa, come ad esempio
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¿Questo termine è stato imposto o è stato adottato volontariamente dal gruppo a cui viene addossato?
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¿È una parola comunemente intesa per trasmettere odio o disprezzo?
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¿ Questa parola ha una controparte neutra che denota lo stesso gruppo senza esprimere odio / disprezzo?
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¿Le persone usano questa parola per offendere o calunniare?
Considerando le risposte a queste domande – sì, è un termine imposto alle femministe, si intende sempre utilizzato come peggiorativo, ha una contropartita neutra (cioè si potrebbe utilizzare semplicemente il termine “femminista”), le femministe hanno ripetutamente affermato che il termine “TERF” è senza alcun dubbio un’offesa. Visto che sono le donne l’obiettivo primario di questo oltraggio e che è comunemente collegato a un carattere minatorio (come ultimamente e soprattutto nella vita reale), ed è una situazione nuova con la quale ancora dobbiamo fare i conti.
Dopo il violento incidente nello “Speaker’s Corner” (che non è stato un caso – considerando che uno dei responsabili aveva pubblicamente espresso la sua intenzione di “scoparsi alcune terfs”), ho ricevuto online centinaia di minacce di morte dagli uomini. Anch’io non sono sola. Qualsiasi donna che abbia sfidato gli uomini contestando quelli che giustificano o difendono i fatti violenti accaduti in Speaker’s Corner è diventata un bersaglio. Tutte queste minacce sono state sempre accompagnate dal termine “TERF”. Le femministe sono state etichettate in questo modo specificamente per disumanizzarle, e diffondere menzogne oltraggiose sulla loro politica (affermando che le femministe vogliono uccidere le persone trans identificate , che promuovono il genocidio o l’odio), per qualificarle come l‘oppressore dei maschi che si identificano come genere non conforme e per dipingerli, generalmente, come le streghe cattive, e quindi meritevoli di violenza.
Questo proliferare di menzogne per disumanizzare un gruppo di persone oppresse con la finalità di giustificare l’abuso è una vecchia strategia razzista e xenofoba. Hitler utilizzò questi strumenti per commettere un genocidio contro gli ebrei. Effettivamente, la propaganda era lo strumento chiave dei nazisti nel loro sforzo per diffondere l’antisemitismo, per soffocare il dissenso e sopratutto mettere le persone le une contro le altre. I giornali tedeschi imprimevano cartoni animati e annunci con immagini e messaggi antisemita.
“Se dici una bugia abbastanza grande e continui a ripeterla, le persone finiscono per crederci “ questo era uno degli slogan che guidava Hitler”. Confidava in che le persone non pensassero da sole e così semplicemente si comporterebbero spinte della paura o per pigrizia intellettuale, saltando sui carrozzoni senza contestare lo scopo e il fondamento di quei bandwagons. L’Olocausto ha esistito perché il popolo è andato di pari passo con esse – perché le persone hanno creduto a i miti e le menzogne che li propinarono i nazisti, e perché non si sono mai alzati in piede e pensato in modo critico per respingere la barbarie.
Mentre le leggi sull’incitamento all’odio differiscono da luogo a luogo (e sono un po’ confuse), la regola generale, è che consistono in dichiarazioni destinate a esporre le persone all’odio o alla violenza, arrivando persino a giustificare il genocidio, tutto ciò costituiscono discorsi di odio.
Perché le femministe che sfidano l’ideologia dell’identità di genere sono spesso (strategicamente) accusate di perorare il genocidio, diciamolo chiaramente: “genocidio” non significa sostenere che il sesso biologico è una cosa reale, sfidando le illazioni che femminilità e mascolinità sono innate, o suggerendo che certi spazi dovrebbe essere solo per donne e bambine. Genocidio è: uccidere i membri di un gruppo identificabile o infliggere condizioni di vita che deliberatamente hanno l’obiettivo di provocare la distruzione fisica di una classe di persone identificabili facilmente ..
In altre parole, suggerendo che le femministe dovrebbero essere tutte distrutte, licenziate dai loro posti di lavoro, costrette a rimanere senza casa, molestate, messe a tacere, rimosse dalla società, abusate e inviate al Gulag.
In virtù della legge, difendere o promuovere il genocidio è un delitto punibile. Allo stesso modo, coloro che promuovono l’odio contro un gruppo identificabile o che fanno comunicazioni o dichiarazioni in pubblico che incitano all’odio o alla violenza contro un gruppo identificabile che sono suscettibili di alterare la pace (ad esempio: ciò che è accaduto nello Speaker’s Corner) sono colpevoli di un reato dunque giudizialmente incriminabili.
Come queste leggi sono difficili di fare rispettare. quindi non sono negative per forza. Non dobbiamo denunciare tutte le persone per quello che dicono o scrivono su twitter, ti piaccia o non. Ciò che dovremmo assolutamente fare è non celebrare, nè giustificare gli uomini che incitano alla violenza contro le donne, attraverso i media e le altre istituzioni ai fini di rendere evidente la normalizzazione dei discorsi che fomentano l’odio.
Quindi, al di là della legge, parliamo di responsabilità. Quando i media normalizzano l’incitamento all’odio, diventano colpevoli. Una pubblicazione non deve usare la n-word per descrivere una persona di colore o la parola “kike” per una ebreo. Questo perché sappiamo che questi termini rafforzano e giustificano il razzismo, la discriminazione e / o l’abuso contro determinati gruppi di persone che sono stati storica e sistematicamente oppressi. Quando i media, le istituzioni e le autorità sanno che determinate parole sono utilizzate per incitare alla violenza contro le donne, è sua responsabilità condannarle o al meno astenersi dall’incoraggiare l’uso di quei termini.
Eppure abbiamo visto diversi mezzi della comunicazione recentemente utilizzare il termine (TERF) in maniera acritica.
È notevole il fatto che la stragrande maggioranza di coloro che collegano la parola “TERF” alle minacce di violenza, morte e genocidio sono uomini. La parola è stata proposta a quelli che si identificano di sinistra, e che essendo rappresentanti di un certo livello, li viene impedito di rendere dichiarazioni pubbliche misogine o di giustificare la violenza contro le donne. Le loro credenziali “progressiste” significavano che dovevano mantenere una facciata di correttezza e coerenza politica. Ma poiché le donne etichettate “TERF” sono state paragonate ai nazisti e ai bigotti, e poiché il trans-attivismo sostiene di essere alleato con gli interessi degli emarginati (nonostante il loro evidente “anti – femminismo” e la loro ideologia individualista ), così questi uomini di sinistra contano con una scusa socialmente accettabile. In effetti, sembrano divertirsi abbastanza con essa. È come se a loro fosse stato dato la luce verde per urlare “cagna” (o “strega” sarebbe stata più preciso, considerando gli obbiettivi specifici della donna ribelle …da bruciare….) una e altra volta ancora, e sarà acclamato dai suoi compagni.
Si “TERF” fosse stato un termine che trasmetteva qualcosa di propositivo, preciso o utile, oltre a radiare, silenziare, insultare, discriminare e incitare alla violenza, forse potremmo considerarla neutra o innocua. Ma poiché il termine stesso è politicamente disonesto e ingannevole, e che il suo intento è quello di denigrare, diffamare e intimidire, oltre a incitare e giustificare la violenza contro le donne, è pericoloso e in effetti è da qualificare come una forma di incitamento all’odio. Quando le donne hanno tentato di segnalare che questo sarebbe stato il risultato finale dell’utilizzo del termini “TERF”; sono state liquidate, come al solito minimizzando la gravità.
Ora, con questo atto di violenze, il pestaggio di Maria MacLachlan abbiamo la prova innegabile che dipingere le donne con questo pennello li mette a un rischio reale di subire violenza fisica. Si prima non lo credevi o ci potevano essere dei dubbi ,Ora non ci sono più scuse nè dubbi.
MEGHAN MURPHY
Fondatrice ed editrice
MEGHAN MURPY È UNA SCRITTRICE E GIORNALISTA FREELANCE. È STATA PODCASTING E HA SCRITTO SUL FEMMINISMO DAL 2010 E HA PUBBLICATO LAVORI IN NUMEROSE PUBBLICAZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, TRA CUI NEW STATESMAN, VICE, AL JAZEERA, THE GLOBAL MAIL, ID, TRUTHDIG E ALTRO. MEGHAN HA COMPLETATO UN MASTER NEL DIPARTIMENTO DI GENERE E SESSUALITÀ E STUDI FEMMINILI PRESSO LA SIMON FRASER UNIVERSITY NEL 2012 E VIVE A VANCOUVER, BC CON IL SUO CANE.