LA PROSTITUZIONE NEL CUORE DEL CAPITALISMO
E L’ INDUSTRIA INTERNAZIONALE DEL SESSO.
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Autore: MANUEL RICO
Traduzione di Tilo Pez
La prostituzione nel cuore dell’industria internazionale del sesso che include in se anche: una gran varietà di negozi.Mi riferisco a tutto l’indotto, che va dai macro-bordelli ai locali di striptease fino all’editoria; dalle casse di massaggio fino alle agenzia di “assistenti”, “ accompagnatori”; dai film alle riviste pornografiche, senza tralasciare le cifre del turismo sessuale.

Rosa Cobo
L’industria del sesso non finisce nel insieme di negozi che formano parte del settore della prostituzione , poiché molti sono gli attori economici che lucrano con questa industria e che contribuiscono al suo potenziamento.
In effetti, i diversi negozi la cui attività non è collegata direttamente con la compravendita di sesso, ma che comunque servono a suoi interessi; anche loro si beneficiano di questa industria per incrementare i propri affari.
Tra questi, dobbiamo distaccare principalmente gli albergatori , i negozi di: bibite alcooliche, i giornali, le farmacie, i tassi, o karaoke. Che succederebbe si le imprese produttrici e distributrici di bibite alcooliche non consegnassero più merce ai bordelli o si se proibissi ai giornali di pubblicare gli annunci dei locali o degli appartamenti nei quali si esercita la prostituzione?.
Quello che voglio segnalare è che la prostituzione costituisce il asse portante di tutto un settore economico che si articola intorno a i corpi delle donne prostituite.
Il cuore dell’industria del sesso son i corpi delle donne, che sono convertiti in mercanzia per edificare su di essi quest’industria globale, e più concretamente, tutta queste attività economica che si sostengono sulla vagina e altri parti del corpo femminino, che sono le fondamenta di un’industria sviluppata e organizzata a livello globale.
In realtà fino agli anni 80 del XX secolo, la prostituzione aveva un basso impatto nell’economia nazionale.
La sua dimensione più rilevanti era il potente marchio patriarcale sulla quale originariamente era stata edificata questa pratica sociale. Tuttavia, con l’apparizione del capitalismo globale a partire degli anni 70 si comincio a cambiare la faccia della prostituzione fino a diventare una parte fondamentale dell’industria del ozio e dell’intrattenimento. Di fatto, è a partire di quell’epoca, che l’industria si è globalizzata con l’aiuto delle reti d’informazione, e fondamentalmente grazie al forte contributo ricevuto dalle reti della criminalità organizzata.
Poco più di tre decade fa la prostituzione era solo un insieme di bordelli con donne autoctone che esercitavano la prostituzione e con Madame e/o amministratrici, e questi piccoli postriboli a volte avevano persino un carattere paternalistico.
Prima esistevano molti piccoli “host club “. Erano posti intimi, quasi famigliari. Adesso di questa tipologia rimangono sempre meno, e quelli che rimangono hanno comunque vissuto una trasformazione radicale, tanto nella forma come nel funzionamento.
I piccoli “Club”, vanno sparendo, e vengono sostituiti dai mega-locali di striptease con showgirl e ragazze esibendosi quasi nude o comunque coperte il minimo possibile. Sono negozi che in alcuni casi hanno una licenza di hotel ….I piccoli locali dove tante donne esercitavano di maniera più o meno diretta una forma di prostituzione light , perché non erano obbligate ad andare al letto con i clienti, ma potevano guadagnare molto denaro senza bisogno di consumare il atto sessuale, questo è già solo un ricordo del passato.
In questa vecchia prostituzione le donne migranti che la praticavano erano quasi inesistenti , ugualmente il traffico di donne per lo sfruttamento sessuale, ne circuiti della criminalità organizzata. In altre parole, questo vecchio canone della prostituzione corrispondeva al capitalismo previo al neoliberalismo e per questo , la sua dimensione più rilavante era la patriarcale.
Il nuovo canone della prostituzione solo può essere spiegata nell’ambito dei tre sistemi di dominio:
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Il patriarcale,
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Il neoliberalismo, e
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Il razziale/culturale.
Ed è così che, i maschi di tutte le classi sociali possono accedere sessualmente ai corpi di donne povere, migranti e appartenenti a culture, razze e regioni diverse del mondo che l’occidente etnocentrico ha concettualizzato come inferiori.
Questo è il rostro che offre la prostituzione nei paesi con alto tasso di benessere. In quei paesi con indici di povertà significativi possono variare le componenti culturale o di razza nel consumo interno del sesso, ma permane invariabile lo sfruttamento sessuale delle donne da parte degli uomini e sopratutto di tutti gli estratti sociale.
In effetti “ come in tutti i fenomeni della prostituzione, le minoranze etniche e nazionali vengono sovra-sfruttate “. Persino i uomini dei loro proprio paesi, delle regioni prossime e dei paesi occidentali si presentano per comprare sesso a donne è bambine e ad un prezzo economico convenientemente basso perchè esse hanno bisogno di denaro per la propria sopravvivenza.
Si bene la divisione in classi era già presente nella prostituzione anteriore alla globalizzazione capitalista, in quest’epoca di crescente commercializzazione dei corpi delle donne, le gerarchie delle class economiche e sociale, hanno acquisito una dimensione che sicuramente non avevano nel passato .
La globalizzazione economica ha fatto possibile che la prostituzione si convertisse nel punto d’intersezione tra il nord ed il sud, così il sud esporta donne per il consumo sessuale dei maschi del nord. E gli uomini del nord viaggiano ai paesi del sud per comprare sesso ed esercitare il loro diritto in quanto si sentono autorizzati e legittimati dal patriarcato a usare sessualmente le donne nell’ambito della prostituzione. Questa industria collega il nord ricco ad un sud indebitato. Inoltre contribuisce a creare una nuova affiliazione tra i maschi del nord e quelli del sud. Con più o meno risorse economiche, i maschi occidentali condividono con gli altri maschi del resto del mondo la possibilità di utilizzare sessualmente quelle donne che il CAPITALISMO insieme al PATRIARCATO e con il suo sistema neoliberista, hanno messo nella disponibilità dei maschi e per la soddisfazione dei loro desideri maschili.
Nei paesi in cui la prostituzione è stata depenalizzata totalmente ( come in Nuova Zelanda) , i puttanieri non solo credono d’avere diritto ad usare sessualmente le donne prostituite, ma sanno che questo diritto li è stato concesso per legge.
La cartografia globale della prostituzione vedono i maschi dei paesi ricchi occidentali attraversare regioni e incluso continenti per accedere ai corpi di donne e bambine di altre razze e culture che come bene hanno soltanto il proprio corpo per sopravvivere.
Queste migrazioni di puttanieri occidentali sono puntuali e regolari e hanno come unico fine comprare sesso economico, razzista e molto spesso infantile.
L’attiviste femminista hanno già da tempo segnalato la necessità e importanza d’analizzare la politica sessuale di tutte le istituzioni per comprendere le logiche patriarcali che vivono nel suo interiore. Poiché in questo senso, la politica sessuale della prostituzione dimostra sociologicamente sia il carattere interclassista dei consumatori e della composizione femminine le quali sono a gran maggioranza senza le risorse economiche necessarie per la propria sopravvivenza ed è per questa ragione devono esercitare la prostituzione. Così la logica del sistema patriarcale e la logica del sistema di classe del capitalismo si sono fusi nella prostituzione.
La caratteristica più significativa di questo CAPITALISMO AVANZATO è la sua globalizzazione. E questa sua crescita smisurata ed per le sue esigenze ha raggiunto persino la prostituzione.
La globalizzazione disattiva le frontiere per il capitale e le merci.
E le mercanzie sulla quale è edificata l’industria del sesso , sono i corpi delle donne, dunque non possono rimanere dentro i limiti degli Stati Nazionali. Soprattutto perché questa mercanzia scarseggia nelle società benestanti, mentre c’è molta disponibilità nei paesi con alti tassi di povertà.
Quello che voglio dire è che la globalizzazione della industria del sesso esige che i corpi delle donne possano essere dislocati dai loro paesi d’origine, per essere trasferiti ai paesi in cui non è sufficientemente coperta la domanda locale .
Il traffico , il turismo sessuale e il negozio dei finti matrimoni acquistati per corrispondenza facilitati per la severa disuguaglianza economica, hanno permesso che queste donne possano essere trasferite più in là delle frontiere nazionali. In questa maniera le donne dei paesi poveri possono essere acquistate con fini sessuali dagli uomini dei paesi ricchi. Il XX secolo ha visto consolidarsi il fatto che nei paesi ricchi le donne prostituite sono quelle dei paesi poveri determinando così una nuova modalità di colonialismo sessuale .
Come afferma Rosa Cobo nel primo capitolo del suo libro, seguendo l’analisi di Saskia Sassen, una delle caratteristica fondamentale del capitalismo globale è la logica della espulsione sociale ed economica delle donne, che funziona efficacemente e così riescono ad ottenere livelli di profitti impensabili, nel minore tempo e senza economie e costi di produzione della merce.
E da questo punto di vista, le donne prostituite non solo rappresentano una delle più grandi espulsioni sociali ed economiche del XXI secolo, ma vengono sottoposte alle stesse regole delle altre merci di consumo.
La prostituzione diventa cosi il massimo esponente della delocalizzazione neoliberista, poiché le donne sono trasferite dai loro paesi di origine che hanno alti livelli di povertà ai paesi con più benessere economico e sociale, di questa maniera i Puttanieri di tutte le classi sociali possono accedere sessualmente ai corpi di queste donne ed a prezzi più che accessibili e convenienti.
Il corpo delle donne prostituite si convertono in una merce molto ambita dai trafficanti e magnaccia perché proporziona altissimi profitti economici con costi molto bassi o addirittura quasi nulli. Questa forma di produzione meno qualificata dai paesi con pochi diritti lavorali riconosciuti e con altissimi tassi di povertà, si ha stesso alle donne prostituite.
Tuttavia , questa delocalizzazione delle donne per la industria del sesso possiede tutti gli elementi necessari per essere riconosciuta come un’ autentica espulsione sociale ed economica. Perché:
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Sono donne espulse della loro condizione di cittadinanza,
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Dai loro contesti sociali e culturali,
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Dal loro intorno famigliare e dai propri progetti di vita.
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Sono espulse dai suoi spazi fisici ed emozionali,
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E quando arrivano al destino progettato , già sono state trasformati in esseri senza una storia personale; nessuno li conosce qua e devono occultare cosa fanno nei loro paese d’origine. Durante il viaggio, impararono a occultare la propria storia e in molte occasione persino la loro lingua, come condizione basica per adottare una nuova identità che li viene data: “ l’identità di donna prostituita”.
La prostituzione come abbiamo già detto anteriormente, ha tre gambe e senza la loro individualizzazione non sarà possibile la comprensione di questa piaga sociale: queste gambe sono: patriarcato, capitalismo neo liberale, e quella culturale/ razziale.
Nel ‘intersezione di questi tre sistemi di potere si ha sviluppato a dismisura l’industria del sesso e sono aumentati sia i puttanieri/ consumatori di prostituzione come il numero di donne con cui si alimenta questa industria globale.
In questo periodo , la struttura che sostiene questa industria è pilotata dalle stesse logiche economiche che governano il capitalismo globale.
Solo cosi, si spiega gli enormi sforzi che fanno perché il accesso sessuale ai corpi delle donne venga percepito come un diritto al consumo dai maschi tentando di giustificarlo con le ipotesi inesistente della ” libera scelta” di questo “lavoro”, fatta dalle donne prostituite.
Nell’immaginario collettivo, questo è il risultato in buona misura delle strutture del potere patriarcale e capitalista, viene offerta una immagine della prostituzione come un atto libero da parte delle donne e un atto di diritto al consumo degli uomini che pagano.
Detto di un’altra maniera, le élite dominanti ci prova a fare passare la prostituzione come si se trattasse di un contratto commerciale tra due parti libere, che sono ugualmente interessati a firmarlo.
E si come abbiamo già affermato, la prostituzione si trova nella confluenza dei tre sistemi di potere: il capitalista, il culturale/razziale e il patriarcato, comprendiamo subito come questo questo ingranaggio ci permette d’interpretare questa pratica sociale.
Effettivamente , la prostituzione è una industria essenziale per la economia CAPITALISTA, per la economia criminale, per gli Stati che vedono in questa istituzione una fonte d’ingresso di denaro, ma anche per le ISTITUZIONI DEL CAPITALISMO INTERNAZIONALE , come il Banco Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, che vedono MOLTO conveniente una nuova concettualizzazione: come ” industria dell’ozio e del trattenimento. .
Come ha affermato Poulin :
“Il Banco Mondiale, e il Fondo Monetario Internazionale con i loro piani di aggiustamento economico strutturale propongono prestiti agli Stati a condizioni che investano nell’industria del turismo e del trattenimento e ozio”.